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Monica ATTANASIO
Dalla Prefazione ad “Invisibili” di Monica Attanasio: «Ho iniziato a scrivere in quarta elementare, sfogando le violenze subite in famiglia con la poesia (…) utilizzo la poesia per prendere una distanza emotiva dalle situazioni in cui sono coinvolta. È uno spazio di solitudine per la riflessione e la formazione del mio metapensiero per la comprensione di realtà che non riesco a capire razionalmente, permettendomi di fare ordine mentale. È il modo attivo ed intimo in cui il mio corpo agisce d’istinto».

Non sono più una donna,

nè una madre di figli,

ma madre di milioni di fogli scritti da raccontare.

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Fran Allen ZIMMERMAN, Consuelo GIANGREGORIO, Mariaurora TERLIZZI

In mezzo al degrado umano parcheggiato in fondo alla notte sotto le luci al neon della giungla industriale, ritrovo la vita. Ritrovo “Howl” di Allen Ginsberg.  Lì voglio restare. Entrando ed uscendo dai vicoli scuri della poesia, attaccata da visioni e sogni lucidi. Da morti e sommosse. Da urli sotterrati, da corpi incendiati, da vomiti di paure. Lì voglio restare. Presente alla musica d’arte e d’ascolto.

Al dolore e alla rabbia. A divorare libri che sanno di un presente fatto di parole in rivolta e di Anne Waldman, la poeta che parla veloce. Ho tanti urli che mi porto addosso. Di me solo resta un atto continuo di poesia collettiva resistente. 

(dall’Introduzione di Fran Allen Zimmerman) Leggi l’anteprima
A.A.V.V.
TORNO SPESSO – UNO SGUARDO SU CHI VA, CHI TORNA E CHI RESTA a cura di Alessandro Paolo Lombardo Che rapporto c’è tra l’inesorabile processo di spopolamento delle aree interne e la carenza di luoghi di produzione e diffusione della cultura? E’ davvero solo questione di lavoro, di sbarcare il lunario? Nonostante gli “innumerevoli” sforzi dei vari amministratori che si susseguono nel tempo, la diaspora è irrefrenabile ed è data per scontata, come la pioggia. Ci si chiede mai perché piove? L’opera è stata pubblicata grazie a fondi della Regione Campania nell’ambito del finanziamento dell’omonimo progetto e distribuita a titolo gratuito nelle sedi istituzionali del progetto e nei circoli Arci.
Biagio ACCARDI

La poetica di Biagio Accardi partecipa alla sofferenza dell’umano, mostra il paradosso e l’assurdità dei meccanismi artificiali della società post-industriale che imprigiona in vite frenetiche e senza senso, non tace dell’arroganza e della pochezza degli uomini invischiati in piccole gabbie che essi stessi si creano.

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Paolo BATTISTA
Mary COTUGNO
Vik STRAGOVIN
Vik PALMIERI