La Giornata Mondiale dei Diritti dei Bambini dovrebbe essere un momento per agire, non solo per ricordare. Finché non ci sarà giustizia per i più piccoli, continueremo a fallire come società. I bambini di Gaza, del Yemen, della Siria e di tante altre parti del mondo ci stanno chiedendo aiuto. La vera domanda è: siamo pronti ad ascoltarli?
Cos’è la Giornata Mondiale dei Diritti dei Bambini?
La Giornata Mondiale dei Diritti dei Bambini, celebrata ogni 20 novembre, è un’occasione per ricordare l’importanza di proteggere, sostenere e garantire i diritti dei più piccoli. Istituita dall’ONU nel 1989 con la Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, questa giornata intende promuovere valori universali come il diritto alla vita, all’istruzione, alla salute, alla protezione dalla violenza e dallo sfruttamento.
Ma mentre leader e governi celebrano questa ricorrenza, la realtà è lontana dalle nobili intenzioni. Per milioni di bambini in tutto il mondo, questi diritti sono una chimera, violati ogni giorno da conflitti, povertà, discriminazioni e crisi umanitarie. Ecco perché, in questa giornata, riflettere sulla situazione reale dei bambini non è solo opportuno, ma doveroso.
I numeri che parlano (e gridano)
Parlare di diritti dei bambini nel contesto di conflitti armati significa confrontarsi con dati agghiaccianti. Prendiamo il caso della Striscia di Gaza, dove i più giovani stanno vivendo un incubo senza fine. Secondo Oxfam, solo nell’ultimo anno, gli attacchi dell’esercito israeliano hanno causato la morte di almeno 11.000 bambini e 6.000 donne. Numeri che segnano il bilancio più alto di vittime civili in un singolo conflitto negli ultimi 20 anni.
Ma non è tutto. Oltre 1 milione di bambini sono stati sfollati, mentre più di 25.000 hanno perso uno o entrambi i genitori. Un quadro drammatico che si completa con i dati dell’UNICEF, che denuncia la distruzione di oltre il 95% delle scuole a Gaza. Questi edifici, che dovrebbero essere spazi sicuri e protetti secondo il diritto internazionale umanitario, sono diventati obiettivi diretti dei bombardamenti. Solo nell’ultimo mese, 64 attacchi contro le scuole hanno ucciso almeno 128 persone, tra cui moltissimi bambini.
Diritti dei bambini secondo la Convenzione ONU
La Convenzione sui Diritti dell’Infanzia è un documento ambizioso. Tra i principi fondamentali sancisce che ogni bambino ha diritto:
- Alla vita e alla sopravvivenza;
- Alla protezione da qualsiasi forma di violenza, sfruttamento o abuso;
- A un’istruzione gratuita e di qualità;
- Al benessere fisico e mentale;
Tuttavia, il divario tra teoria e realtà è drammatico. Come si può parlare di istruzione, quando a Gaza più di 658.000 bambini non hanno accesso alla scuola? Come si può garantire la salute, quando le strutture sanitarie, comprese le terapie intensive neonatali, vengono distrutte sistematicamente? Tre delle otto unità di terapia intensiva neonatale presenti nella Striscia sono state completamente distrutte, riducendo il numero di incubatrici disponibili del 70%.
I bambini in guerra, le vittime invisibili
Le guerre sono devastanti per tutti, ma i bambini ne pagano il prezzo più alto. La violenza lascia cicatrici fisiche ed emotive che possono durare una vita intera. Secondo l’UNICEF, molti di loro soffrono di traumi cronici, aggravati da sfollamenti, fame, mancanza di accesso alle cure e alla scuola.
Non si tratta solo di Gaza. In Siria, Yemen, Afghanistan e in molte altre zone di conflitto, i bambini vengono arruolati come soldati, utilizzati come scudi umani o muoiono sotto i bombardamenti. Il diritto internazionale umanitario protegge teoricamente i civili, ma queste regole vengono spesso ignorate con una disinvoltura che fa rabbrividire.
La crisi sanitaria e la morte dei neonati
Tra le storie più strazianti della guerra c’è quella dei neonati. Nella Striscia di Gaza, 4.000 bambini hanno perso l’accesso alle cure neonatali salvavita nell’ultimo anno. Molti nascono prematuri o malnutriti a causa delle condizioni devastanti in cui vivono le madri, private di alimenti adeguati e cure prenatali.
Gli ospedali, invece di essere luoghi di salvezza, diventano obiettivi militari. Il caso dell’ospedale Kamal Adwan, nel nord di Gaza, è emblematico: l’unico reparto di terapia intensiva neonatale funzionante è stato colpito, riducendo drasticamente le possibilità di sopravvivenza per i neonati più vulnerabili.
La risposta della comunità internazionale
Di fronte a questa tragedia, la comunità internazionale sembra impotente, divisa o addirittura complice. Organizzazioni come l’UNICEF e Oxfam continuano a fare appelli disperati per il rispetto del diritto internazionale e la protezione dei civili, ma spesso senza risultati concreti. La mancanza di una volontà politica forte per porre fine alle guerre e proteggere i diritti dei bambini rappresenta una crisi morale per l’umanità.
Giornata dei diritti dei bambini: è davvero il caso di celebrare?
In questa Giornata Mondiale dei Diritti dei Bambini, le celebrazioni appaiono vuote e ipocrite. Si possono accendere le luci dei monumenti e organizzare discorsi solenni, ma a che serve tutto questo quando le bombe continuano a cadere e i bambini continuano a morire? Le parole non bastano. Servono azioni concrete, giustizia e responsabilità.
La situazione a Gaza e in altre aree di conflitto deve spingerci a riflettere. Difendere i diritti dei bambini non può essere un concetto astratto o relegato a una giornata all’anno.
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